Articoli con tag: il potere dei giocattoli

A cosa servono i poeti? – di Paolo Fai

La seconda raccolta di poesie di Riccardo Raimondo rivela per un verso la consapevolezza dei mezzi tecnici, maturata attraverso la introiezione di modelli poetici imprescindibili, di cui peraltro gli eserghi posti a premessa di quasi ogni poesia sono prova documentale (da Rilke a Montale, da Pascoli a de Nerval, fino a De Andrè e al rapper Joe Cassano – che ignoro chi sia, ma me lo perdonerete). La poesia, come qualsiasi “attività” umana, non esiste se non dentro l’orizzonte della tradizione. È su questo terreno che ogni poeta avvia il percorso creativo, facendosi egli stesso la sua tradizione, per congenialità di stile e di “avventure” umane e sentimentali.

A cosa servono i poeti? – di Paolo Fai

La seconda raccolta di poesie di Riccardo Raimondo rivela per un verso la consapevolezza dei mezzi tecnici, maturata attraverso la introiezione di modelli poetici imprescindibili, di cui peraltro gli eserghi posti a premessa di quasi ogni poesia sono prova documentale (da Rilke a Montale, da Pascoli a de Nerval, fino a De Andrè e al rapper Joe Cassano – che ignoro chi sia, ma me lo perdonerete). La poesia, come qualsiasi “attività” umana, non esiste se non dentro l’orizzonte della tradizione. È su questo terreno che ogni poeta avvia il percorso creativo, facendosi egli stesso la sua tradizione, per congenialità di stile e di “avventure” umane e sentimentali.

Recensione a “Il potere dei giocattoli” di Riccardo Raimondo (Sentieri Meridiani 2012)

La lettura de Il potere dei giocattoli, seconda raccolta di Riccardo Raimondo, edita da Sentieri Meridiani, assume, agli occhi di un lettore attento, quasi la forma di una bildung. Perché, come ha notato bene Sebastiano Aglieco nella sua prefazione alla raccolta, questi versi «fanno i conti, insomma, con l’uscita dall’infanzia e con la responsabilità della lingua»

Recensione a “Il potere dei giocattoli” di Riccardo Raimondo (Sentieri Meridiani 2012)

La lettura de Il potere dei giocattoli, seconda raccolta di Riccardo Raimondo, edita da Sentieri Meridiani, assume, agli occhi di un lettore attento, quasi la forma di una bildung. Perché, come ha notato bene Sebastiano Aglieco nella sua prefazione alla raccolta, questi versi «fanno i conti, insomma, con l’uscita dall’infanzia e con la responsabilità della lingua»