Articoli con tag: recensioni

La terra franata dei nomi, di Gabriele Gabbia (L’Arcolaio 2011) – recensione di Gianluca Bocchinfuso

I versi testimoniano tempi di decadenza e di sofferenza; mancano testimonianze capaci di rendere il vissuto dimostrazione dal peso storico, generativo di conoscenza. Non esistono riferimenti a situazioni e spazi di racconto: la sensazione è emozione che non nasconde i gemiti di afflizione e le brevi sopportazioni.

La terra franata dei nomi, di Gabriele Gabbia (L’Arcolaio 2011) – recensione di Gianluca Bocchinfuso

I versi testimoniano tempi di decadenza e di sofferenza; mancano testimonianze capaci di rendere il vissuto dimostrazione dal peso storico, generativo di conoscenza. Non esistono riferimenti a situazioni e spazi di racconto: la sensazione è emozione che non nasconde i gemiti di afflizione e le brevi sopportazioni.

“Se non fosse fragile”(Incontri Editrice, 2011): il secondo romanzo di Marcella Menozzi

“[…] cambiamenti che non permettevano un ritorno, questa morte ci aveva messo dentro un’idea che indietro non si potesse tornare, che ad alcuni cambiamenti non si poteva porre rimedio.”  Ultimi giorni di ottobre, trovo Bianco al solito banco dell’usato (Bianco

“Se non fosse fragile”(Incontri Editrice, 2011): il secondo romanzo di Marcella Menozzi

“[…] cambiamenti che non permettevano un ritorno, questa morte ci aveva messo dentro un’idea che indietro non si potesse tornare, che ad alcuni cambiamenti non si poteva porre rimedio.”  Ultimi giorni di ottobre, trovo Bianco al solito banco dell’usato (Bianco

I secondi luce di Anna Ruotolo (LietoColle 2010)

Forse si può scrivere sul primo libro di Anna Ruotolo, giovane poeta campana, senza soffermarsi su metriche, forme, viaggi della parola; solo entrando dentro i corridoi scavati da tre quattro poesie come fossero sceneggiature di film, viaggi nella memoria del corpo e della mente, detriti arrivati dal centro del mare alla riva, alle lunule, un po’ tossici, un po’ da “conservare in pancia”.

I secondi luce di Anna Ruotolo (LietoColle 2010)

Forse si può scrivere sul primo libro di Anna Ruotolo, giovane poeta campana, senza soffermarsi su metriche, forme, viaggi della parola; solo entrando dentro i corridoi scavati da tre quattro poesie come fossero sceneggiature di film, viaggi nella memoria del corpo e della mente, detriti arrivati dal centro del mare alla riva, alle lunule, un po’ tossici, un po’ da “conservare in pancia”.