Articoli con tag: caterina camporesi

POETI DI CORRENTE (Le Voci della Luna, 2013) – Antologia in versi del collettivo “Corrente Improvvisa” – a cura di Matteo Bianchi e Anna Ruotolo – (presentazione)

«Gli autori o i cultori della materia che compongono questa “corte di pensiero” (come recita il sottotitolo del blog) quale è Corrente, poi, si sono talvolta messi alla prova nell’incontro, al di fuori della piattaforma web e dunque conosciuti dal vivo. Un ulteriore salto che rende ancora più incisivo il progetto. In questo senso la scommessa con il nuovo, l’ignoto, la paura dell’altro è stata vinta anche a dispetto di chi vede nelle relazioni da mass media una svalutazione del rapporto reale e fisico (soprattutto in letteratura)» (Anna Ruotolo)

POETI DI CORRENTE (Le Voci della Luna, 2013) – Antologia in versi del collettivo “Corrente Improvvisa” – a cura di Matteo Bianchi e Anna Ruotolo – (presentazione)

«Gli autori o i cultori della materia che compongono questa “corte di pensiero” (come recita il sottotitolo del blog) quale è Corrente, poi, si sono talvolta messi alla prova nell’incontro, al di fuori della piattaforma web e dunque conosciuti dal vivo. Un ulteriore salto che rende ancora più incisivo il progetto. In questo senso la scommessa con il nuovo, l’ignoto, la paura dell’altro è stata vinta anche a dispetto di chi vede nelle relazioni da mass media una svalutazione del rapporto reale e fisico (soprattutto in letteratura)» (Anna Ruotolo)

I “Fischi di merlo” di Matteo Bianchi (Edizioni del Leone, 2011)

Non sei un rosignuolo; sei un merlo. Fischi più forte la sera; e nessuno può strapparti di dosso il tuo pinolo. (Umberto Saba) Perché un libro possa davvero incastrarmi deve avere due semplici requisiti, che chiamo “scenici”: un tempo ed

I “Fischi di merlo” di Matteo Bianchi (Edizioni del Leone, 2011)

Non sei un rosignuolo; sei un merlo. Fischi più forte la sera; e nessuno può strapparti di dosso il tuo pinolo. (Umberto Saba) Perché un libro possa davvero incastrarmi deve avere due semplici requisiti, che chiamo “scenici”: un tempo ed