Archivio della categoria: Milton Fernàndez

Juan Gelman: «scendi da quei cieli» – un profilo poetico a cura di Milton Fernàndez

Non ho mai preso un caffè assieme a Juan Gelman, non ho mai stretto la sua mano, non so per quale squadra batta il suo cuore di ragazzo in quelle domeniche di Buenos Aires in cui la Bombonera diventa un surrogato di repubblica a statuto speciale. Per il resto mi sembra di sapere ogni cosa di lui, di avere condiviso ogni suo istante. (Milton Fernàndez)

Juan Gelman: «scendi da quei cieli» – un profilo poetico a cura di Milton Fernàndez

Non ho mai preso un caffè assieme a Juan Gelman, non ho mai stretto la sua mano, non so per quale squadra batta il suo cuore di ragazzo in quelle domeniche di Buenos Aires in cui la Bombonera diventa un surrogato di repubblica a statuto speciale. Per il resto mi sembra di sapere ogni cosa di lui, di avere condiviso ogni suo istante. (Milton Fernàndez)

Lettera aperta all’assessore Boeri – di Milton Fernàndez

L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano (probabilmente per fedeltà a un voto di silenzio) non risponde alle lettere. Non a quelle poco edificanti, almeno, impegnato com’è nella costruzione di una propria statua di pubblico incensamento.

Lettera aperta all’assessore Boeri – di Milton Fernàndez

L’Assessore alla Cultura del Comune di Milano (probabilmente per fedeltà a un voto di silenzio) non risponde alle lettere. Non a quelle poco edificanti, almeno, impegnato com’è nella costruzione di una propria statua di pubblico incensamento.

Milton Fernàndez – A chi interessa oggi la poesia?

Non so quanti anni avessi quando mi capitò tra le mani la prima poesia. Né di cosa parlasse. Né chi l’avesse scritta. Ricordo soltanto che mi aveva commosso. Siccome ero già grande per capire cosa fosse la vergogna, me ne stetti zitto. I ragazzi con i quali ci spaccavamo le caviglie a vicenda, nel campetto di calcio, dietro casa, non me lo avrebbero mai perdonato. Ne lessi altre, e con l’andare degli anni, diventò piano piano un’abitudine.

Milton Fernàndez – A chi interessa oggi la poesia?

Non so quanti anni avessi quando mi capitò tra le mani la prima poesia. Né di cosa parlasse. Né chi l’avesse scritta. Ricordo soltanto che mi aveva commosso. Siccome ero già grande per capire cosa fosse la vergogna, me ne stetti zitto. I ragazzi con i quali ci spaccavamo le caviglie a vicenda, nel campetto di calcio, dietro casa, non me lo avrebbero mai perdonato. Ne lessi altre, e con l’andare degli anni, diventò piano piano un’abitudine.