Articoli con tag: Anna Ruotolo

POETI DI CORRENTE (Le Voci della Luna, 2013) – Antologia in versi del collettivo “Corrente Improvvisa” – a cura di Matteo Bianchi e Anna Ruotolo – (presentazione)

«Gli autori o i cultori della materia che compongono questa “corte di pensiero” (come recita il sottotitolo del blog) quale è Corrente, poi, si sono talvolta messi alla prova nell’incontro, al di fuori della piattaforma web e dunque conosciuti dal vivo. Un ulteriore salto che rende ancora più incisivo il progetto. In questo senso la scommessa con il nuovo, l’ignoto, la paura dell’altro è stata vinta anche a dispetto di chi vede nelle relazioni da mass media una svalutazione del rapporto reale e fisico (soprattutto in letteratura)» (Anna Ruotolo)

POETI DI CORRENTE (Le Voci della Luna, 2013) – Antologia in versi del collettivo “Corrente Improvvisa” – a cura di Matteo Bianchi e Anna Ruotolo – (presentazione)

«Gli autori o i cultori della materia che compongono questa “corte di pensiero” (come recita il sottotitolo del blog) quale è Corrente, poi, si sono talvolta messi alla prova nell’incontro, al di fuori della piattaforma web e dunque conosciuti dal vivo. Un ulteriore salto che rende ancora più incisivo il progetto. In questo senso la scommessa con il nuovo, l’ignoto, la paura dell’altro è stata vinta anche a dispetto di chi vede nelle relazioni da mass media una svalutazione del rapporto reale e fisico (soprattutto in letteratura)» (Anna Ruotolo)

I secondi luce di Anna Ruotolo (LietoColle 2010)

Forse si può scrivere sul primo libro di Anna Ruotolo, giovane poeta campana, senza soffermarsi su metriche, forme, viaggi della parola; solo entrando dentro i corridoi scavati da tre quattro poesie come fossero sceneggiature di film, viaggi nella memoria del corpo e della mente, detriti arrivati dal centro del mare alla riva, alle lunule, un po’ tossici, un po’ da “conservare in pancia”.

I secondi luce di Anna Ruotolo (LietoColle 2010)

Forse si può scrivere sul primo libro di Anna Ruotolo, giovane poeta campana, senza soffermarsi su metriche, forme, viaggi della parola; solo entrando dentro i corridoi scavati da tre quattro poesie come fossero sceneggiature di film, viaggi nella memoria del corpo e della mente, detriti arrivati dal centro del mare alla riva, alle lunule, un po’ tossici, un po’ da “conservare in pancia”.